venerdì 17 luglio 2015

I pasti letterari di Moloch - Leviathan Wakes


Leviathan Wakes (2011, Orbit Books), primo romanzo di una trilogia fantascientifica, scritto da tale Corey S.A. James (che altro non è che uno pseudonimo scelto dagli autori, ovvero due scrittori famosi per essere anche assistenti di George R.R. Martin di cui non ricordo i nomi), è uno di quei libri che ti tieni da parte per cuocerti sotto un ombrellone ma si rivela la storia che devi divorare in fretta e furia. Ti sa prendere, sa come trascinarti qua e là da un capitolo all'altro (e dire che ho iniziato a leggerlo senza neanche averne letto la sinossi o nient'altro a riguardo, uno dei pochissimi libri che ho affrontato a scatola chiusa), sa come farti divertire.

La storia è ambientata in un imprecisato futuro che potrebbe essere più o meno prossimo: Marte è già bello che colonizzato e verde, Facebook sembra essere stato debellato e un certo Epstein Drive, motore inventato da un vecchio pazzo su cui non ci è dato sapere altro, ha dato all'uomo la facoltà di muoversi a velocità impressionanti nel sistema solare.
L'umanità è composta dai terrestri, fieri di esserne la culla, sicuri dentro il loro pozzo gravitazionale d'origine da cui l'atmosfera non può fuggire; poi ci sono i marziani, volenterosi di mostrarsi migliori e diversi dai terrestri, nei confronti dei quali è riconoscibile un certo odio di fondo, anche loro accomodati sul fondo del pozzo gravitazionale di Marte, armati di ottima tecnologia e un'ancor più eccellente flotta; infine arrivano i Belters, gli abitanti dei vari corpi che orbitano nella Fascia (Belt) di asteroidi compresa tra Marte e Giove: umani che nascono e crescono senza una vera accelerazione gravitazionale costante a sorreggerli, ma abituati a fluttuazioni di piccole dosi di questa, sono un popolo alla forte ricerca di una propria identità che li emancipi dagli umani dei "pianeti interni".
L'umanità che colonizza il sistema solare non è un grande e solido impero luccicante. Questa umanità è una razza divisa, che si attacca ad ogni roccia su cui può trovare un goccio d'acqua, che si annida su asteroidi minuscoli come ragni nei buchi dei muri.
La sopravvivenza di milioni viene messa a rischio anche solo se se una nave che trasporta ghiaccio dalla fascia di asteroidi viene depredata o distrutta. In effetti, è proprio questo l'evento che dà inizio a tutta l'azione del romanzo.
Veniamo subito a conoscenza dei due protagonisti del romanzo, dai cui punti di vista sono narrati alternativamente i capitoli (scelta non sempre felice, ma utile per molti espedienti narrativi): il capitano Jim Holden, uomo tanto retto quanto ingenuo, capace, comunque, nel fare il proprio lavoro, e il detective Joe Miller, classica figura dell'indagatore molto pulp ma con qualche anno di servizio di troppo e un senso costante di disillusione addosso.
In totale il libro soffre un po' di continuo episodimo, a volte alcuni risvolti possono essere intuiti in anticipo e forse la struttura dei capitoli alternati tra i due protagonisti non è il massimo, ma c'è anche da dire che la storia è una Signora Storia, attinge dal pulp, talvolta dall'horror, è ricchissima di colpi di scena e, proprio per questo, vuota di momenti morti.
Una storia da leggere, insomma, e non soltanto per cercare sonno all'ombra di un ombrellone.


p.s. appena ho finito di leggere il libro ho scoperto che la Syfy (Z-Nation anybody?) ne sta producendo una serie da 10 puntate, inutile dire quanto la stia attendendo!

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