lunedì 2 novembre 2015

QuantuumGrill

(brevissimo racconto pensato e scritto in 20 minuti di buona musica nella testa)


Sono tante le cose che si sentono dire, girando un po’ per il cosmo.
Un breve viaggio tra ammassi globulari, una momentanea sosta tra un’onda gravitazionale e l’altra, un veloce caffè in una qualsiasi stazione a presenza quantizzata: tutte queste sono comuni fasi della nostra vita in cui quotidianamente indugiamo, e in cui, spesso e volentieri, si viene a conoscenza di cose.
 Voci, perlopiù.
Rumori passati da bocca in bocca, che oramai  Facesbooks e i vari modi di comunicazione istantanea mentale hanno stancato tutti.
Si dice, e questa è una delle storie che talvolta ascolto di buon grado, che i primi esseri umani a scegliere di morire si radunarono a miliardi su Mars-Du, pianeta originario del’umanità, com'è noto, portando nuovamente le proprie spoglie addosso, per presenziare al momento culminante, cioè quello in cui la sua stella Solh smise di avere un sistema solare attorno.
Un’altra bella storia, questa udita verso le regioni interiori del Sombrero Blu, narra di una misteriosa stella nana nel cui nucleo, tra un neutrino degenere e l’altro, sarebbe possibile essere catapultati, solo per qualche milionesimo di secondo, al momento e al luogo esatti in cui fu imposta come necessariamente vera la teoria dell’esistenza di un'unica realtà, onde evitare che il figlio dell’imperatore OtnBRugher C2 venisse nuovamente bocciato all'esame di Realtà Quantistica I.
Ironicamente, da quell'attimo in poi, pare sia nata la possibilità di spostarsi nel tempo, al modico prezzo di essere lanciati in un neonato universo differente. Anche se, ancora, non si sa di come questo possa essere stato reso noto da chicchessia.
Non viviamo in un universo così noioso e orribile come lo si descrive, questa è la verità.
Una volta abituatisi all'eternità, tante cose diventano più semplici. Ci si trova un impiego, qualcosa con cui distrarsi, si ascoltano belle e improbabili storie in giro, si finge di essere qualcun altro (anche questa, da quando si è finita la gente da conoscere, è diventata una nobile arte).
Ma ora, vecchio amico, ti lascio alla tua vita. Tra mezzo milione di anni cominceranno le riprese per “Galassie in amore 74”, e devo ricoprire un ruolo importante nell'allestire le fasce di asteroidi intersecanti e altri set.
Pare che lo spirito di Albert Einstein abbia avuto una parte scritta da quello di Shakespeare.
O, almeno, così si dice.



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